mercoledì 17 novembre 2010

Capitolo 6: MMDA


Avevo un po' di cose che progettavo di fare in Francia. Volevo imparare la lingua, volevo liberare mio padre dal suo dolore per la recente perdita di mia madre e, soprattutto, volevo mettere un gruppo metilene diossido al posto dei due gruppi metossido nella TMA.
I tre gruppi metossido della mescalina e della TMA hanno degli atomi di ossigeno al di fuori dell'anello benzenico, isolati come isole. Non sono interconnessi. Se due di questi fossero stati collegati da un ponte, ci sarebbe stato un leggero cambiamento nella geometria della molecola. Il nome dell'analogo provvisto di questo ponte sarebbe MMDA.
Tutto questo mi ha portato alla noce moscata. Alla Dole, avendo sperimentato l'efficacia della TMA, ho iniziato una ricerca in cataloghi, libri, mensole, piante, per qualunque cosa che vi assomigliasse e che potesse indicarmi la strada per il prossimo passo. Ho trovato nella letteratura qualche accenno ad un intrigante composto chiamato elemicina. Era un olio essenziale (un termine nuovo per me), di una grande classe di composti responsabili del sapore (essenza) di molti cibi. Così, la piante parvero essere la strada da prendere.
L'elemicina sembrava (in senso strutturale) pressoché identica alla TMA. Attraverso la magia della lavagna e del gesso, potevo aggiungere una molecola di azoto ad una molecola di elemicina per ottenere la TMA. E se poteva essere fatto su una lavagna, forse poteva essere fatto nel fegato. Mi sono chiesto se non ci fosse nessun riferimento, o almeno congettura, di una attività psicoattiva dell'elemicina.
Sono seguiti poi giorni di eccitante ricerca nelle pubblicazioni letterarie, durante i quali ho imparato un sacco di cose sull'intrigante mondo degli oli essenziali. Erano ovunque, strutture meravigliose disponibili in spezie e piante simili, con nomi che spesso si riferivano alla loro orifine. Elemicina, apiolo, dillapiolo, safrolo, 4-(1-propenil)-fenolo, miristicina, croweacina, asarone, e così via. Un tesoro di oscura, inaspettata magica chimica, ormai perfettamente matura per essere esplorata e sfruttata.
Così, nonostante non riuscissi a trovare alcuna specifica referenza ad una psicofarmacologia dell'elemicina, è una delle maggiori componenti della noce moscata, e c'era una letteratura aneddotale sulla noce moscata. È stata usata per qualunque scopo, dall'indurre l'aborto e riportare le mestruazioni, a tentati suicidi, o anche curare le calvizie. E bingo! Aveva anche una certa reputazione di intossicante.
Apparentemente, la noce moscata è stata utilizzata come "narcotico da cucina", nelle prigioni e qualche testimonianza medica sparsa ne riportava effetti di ebbrezza e di disordini psichici. Contiene elemicina, strutturalmente quasi identica alla TMA. Cosa altro ci sarebbe potuto essere nella noce moscata che avesse potuto causare, o contribuire, alla sua reputazione popolare? Ho cercato una risposta nell'immediato acquisto di cinque kili di olio di noce moscata di alta qualità, poi fare una distillazione frazionata con un ottimo distillatore, ottenendo un frazionamento in tre parti. Che tesoro di composti! In effetti, molti di loro non erano mai stati osservati nell'estratto di questa pianta, prima di allora.
Il composto più presente era la miristicina, un parente stretto dell'elemicina. Se qualcuno avesse potuto semplicemente mischiare ammoniaca per uso casalingo con l'elemicina per convertirla nella strana e impegnativa TMA (almeno in teoria), allora un'unione simile tra ammoniaca e miristicina avrebbe potuto portare ad una base sconosciuta, 3-metossi-4,5-metilenediossianfetamina, o MMDA.
All'inizio credevo che la sintesi dell'MMDA sarebbe stata facile e immediata. Avrei solo dovuto prendere la giusta aldeide da cui cominciare, la miristicinaldeide, e seguire le procedure standard. Che è un qualcosa come la famosa ricetta per la zuppa di ippopotamo: prendi un ippopotamo maturo e segui le procedure standard. Non c'è alcun modo ovvio di afferrare un ippopotamo, e stavo per scoprire che un problema simile si sarebbe presentato con la miristicinaldeide. Semplicemente non era disponibile, ed era straordinariamente difficile da fare. Ma ero totalmente determinato a fare l'MMDA, scoprire se fosse attiva e, se così fosse stato, che azione avesse.
L'arrivo in Francia, per una permanenza di un anno, può essere qualcosa di traumatico anche se si hanno prenotazioni, sistemazioni e posti dove andare e gente da contattare. In questo caso, non c'era alcun tipo di piano. Noi (mia moglie Helen, mio figlio Theo e il mio dolorante padre) trovammo il modo a Londra di prendere una nuova Volkswagen (questo riuscimmo a procurarci), mettere tutte le nostre cose sul tettuccio e dirigerci verso La Manica. L'oltrepassammo, su un traghetto notturno, per poi scendere ruggendo a sud, arrivando a Parigi il giorno successivo.
Quindi, lì eravamo, senza un posto dove andare e nessuna persona da contattare. Trovammo un ufficio American Express vicino l'Opera, e non c'era alcun messaggio per noi. Ma, in effetti, non ce ne aspettavamo nessuno. Ovviamente, avremmo dovuto passare l'anno da qualche parte, ma il problema più immediato era dove passare una notte mentre avremmo cercato un posto per passare l'anno.
Era già tardo pomeriggio. Ricordavo vagamente della presenza di qualche buon albergo dalle parti di St. Germain des Pres, e trovammo una stanza al quinto piano all'Hotel aux Deux Continents. Sul tettuccio della Volkswagen avevamo un'enorme scatola da tè e tre valige, che contenevano tutte le nostre necessità per l'anno. Riuscii a far capire al manager dell'albergo che mio padre aveva un cuore estremamente debole (la necessità è la madre di tante piccole frottole) e che camminare fino al quinto piano, per poi scendere, sarebbe stato un peso enorme per lui. E sicuramente portare i bagagli al quinto piano sarebbe stato ancora più rischioso. Il manager, quindi, scoprì di una camera al piano terra che, per fortuna, aveva una grande finestra che dava sulla strada, così che potemmo passare tutti i bagagli dal marciapiede direttamente dentro, e fermarci lì sin quando non avremmo trovato un appartamento.
Ci si palesò velocemente la completa assenza di appartamenti in affitto al centro di Parigi, quindi ci stabilimmo definitivamente nella periferia di Meudon. Mi misi immediatamente alla ricerca della miristicinaldeide e di un laboratorio dove avrei potuto convertirla in MMDA. Scoprii così che la Francia aveva una struttura completamente diversa da quella americana, per quanto riguarda le posizioni accademiche. Non si poteva semplicemente entrare in un università e dire "Io sono io, e vorrei conoscere te". Tutte le porte erano chiuse e nessuno rispondeva al telefono. Bisognava passare dalle vie ufficiali.
Riuscii ad entrare in quel mondo al Pasteur Institute, quando conobbi un ricercatore statunitense in visita da un anno. In quel tempo, aveva capito piuttosto bene come funzionava. Il consiglio che mi diede fu "Spendi qualche giorno a presentarti a persone che potrebbero voler conoscerti. Comincia dal livello più basso, per poi salire". Così facemmo, e ci volle un sacco di pazienza.
Intanto, mi presentò un po' di suoi colleghi. Mi disse che uno di loro avrebbe provato a migliorare la sua in qualche modo prestigiosa posizione nella comunità scientifica presentandomi ad uno dei suoi colleghi.
Il mio ricercatore mi aveva avvisato: ignora chiunque altro, incluso il presunto presentatore, e lascia che le persone di un qualche alto livello ti portino nel giro delle loro conoscenze. Dopo qualche conoscenza di un paio di giorni, sarei salito nuovamente di un livello. Ignora i precedenti, e segui le nuove Persone Molto Importanti.
Era un'affascinante struttura sociale e mi fruttò, in un paio di settimane, un incontro con il Dr. Richard Sett, che aveva un suo laboratorio associato con la Sorbona. A differenza del mio, aveva anche dello spazio extra per le visite. Aveva una meravigliosa comprensione delle persone che volevano ricercare in nuovi campi. Viveva a Gif-sur-Yvette, fuori da Parigi, ma comunque parte della Sorbona, e avevo ora un luogo per investigare sulla mia nuova ossessione, MMDA.
Quasi immediatamente feci la sconvolgente scoperta che la miristicinaldeide era disponibile da un fornitore di prodotti chimici a Parigi. Piazzai un ordine urgente per 100 grammi e fui piacevolmente sorpreso di averla tra le mani nel giro di una settimana. Ma anche la lingua francese era piena di sorprese, come divenne chiaro quando scoprii che i termini miristicinaldeide e miristaldeide erano interscambiabili in Francia. Mi ritrovavo quindi con un composto che non aveva nulla a che fare con l'MMDA. Mi fu totalmente inutile.
Il tempo investito non fece avanzare la ricerca nell'MMDA di un passo, così investii il resto dell'anno nel progetto chimico preferito del Dr. Sett, le reazioni organiche del cesio elementale. E conducemmo simili intensive investigazioni nel comparare il valore di tutti i locali vini e paté in un raggio di venti miglia attorno Gir-sur-Yvette.
A metà circa della nostra permanenza morì il pare di Helen, e lei dovette ritornare negli Stati Uniti. Theo e mio padre, approfittando dell'età di mio figlio che, dodicenne, gli consentiva di avere ancora biglietti a metà prezzo, tornarono anch'essi in America, facendo il giro lungo - attorno al mondo- su un'altra nave della P & O, la Canberra. Mi ritrovai ad avere l'ineguagliabile esperienza di farmi una vita in lingua francese. Ne sono uscito intatto, sono tornato negli U.S.A. e alla mia posizione di ricercatore alla Dole Chemical Company.
Decisi di usare la noce moscata come materiale di partenza, e tutto andò benissimo. Ottenni la mia miristicina dall'olio naturale, e la sua conversione all'MMDA avvenna senza traumi.
L'MMDA era un composto davvero affascinante. Non aveva le campane, i canti di sirena e il dramma della mescalina, ma era considerevolmente più benigna. Fu (pensai allora) la mia prima, vera scoperta, e mi sono mosso con molta cautela con questa nel mio piccolo gruppo di colleghi.
La prima descrizione interessante dei suoi effetti venne fatta da un mio caro, caro amico, un poeta che assunse circa 160 milligrammi oralmente, con un gruppo di amici, e mi mandò questo resoconto:

___________________________________________________

MMDA / Alterazione in Miniatura

Uso la parola miniatura nello stesso senso che potrei usare per descrivere un pezzo del pianista jazz Bud Powell.

Paragonare una piano sonata di Beethoven con Autumn in New York suonata da Powell è come paragonare la mescalina all'MMDA. L'MMDA è come una miniatura - c'è tutto, ma in quantità e durata inferiori.

L'MMDA porta all'uscio dell'Universo Olimpico della mancanza del tempo e delle radiazioni apparenti del mondo organico ed inorganico. La reale durata dell'alterazione è circa un ora e mezza due ore.
Invece dell'interruzione del tempo tipica di mescalina e psilocibina, c'è una sorta di mancanza totale di tempo durante la prima ora di quasi-malessere del viaggio. C'è una sensazione di stupefazione maggiore rispetto ad altre alterazioni.

Salendo in macchina sulle colline di Berkley, sono stato colto da una terribile paura. È durata solo qualche minuto - ma non importa nella mancanza di tempo quanto duri il panico - era eterno. Ho guardato, verso la parte erbosa della collina, il marrone e argentato manto di erba morta. Nella distesa del campo potevo vedere ogni singola lama d'erba luccicare e il trilione di lame marrone-argento frullate insieme in una grossa pelliccia tremolante. Molto più in là c'era il panorama di una nebbiosa Berkley e Oakland e la baia. Tutto cominciò ad apparire nella sua bellezza ed eternità. Pensai di star entrando nell'Universo Olimpico. NON ERO PRONTO PER L'UNIVERSO OLIMPICO. Mi aspettavo un'alterazione tipo quella della marijuana. Ho realizzato che, ad entrare nell'Olimpo, non mi ero ancora rimesso a sufficienza dalla scorsa esperienza per mantenermi integro.

Un'onda di calore mi ha investito i genitali ed è salito verso lo stomaco. Ho sperimentato una agonizzante e perfetta paura. Volevo chiedere agli altri di tornare indietro per prendere della torazina. Non riuscivo a parlare. La macchina fece una curva a gomito, donandomi un'altra visuale dell'erba-pelliccia argento-marrone e della vasta non voluta ampiezza della visuale.

Improvvisamente stavo combattendo con 'Capitan Zero' - intendo la totalità disordinata e assetata di eternità della coscienza che non è più mammifera nella natura, bensì un ordine di molecole e materia inerte! Decisi che tutto ciò che potessi fare era assecondarlo - lasciare che lo Zero prendesse il sopravvento, ma allora ero sicuro che non sarei tornato indietro. Ho tentato di trattenere l'effetto, realizzando poi che così facendo mi sarei gravemente danneggiato. Ho poi provato ad alzarmi al di sopra di ogni alterazione, e controllarla. In tutto, avrò tentato forse quindici o venti perlopiù indescrivibili metodi per controllare l'effetto o fuggirne.

In questo tempo ho creduto di andare in pezzi e che non avrei mai più avuto la possibilità di tornare nel mondo-umano. La mia interiorità stava divenendo pazza e la mia mente cosciente sembrava essere l'unica forza che mi teneva insieme. Ad un certo punto sono riuscito a chiedere come era stato scelto il dosaggio. Fui rassicurato dal paragone con il dosaggio della mescalina. Per un momento ho realizzato che sarei potuto rimanere in quello stato di terrore per tre ore. Poi il mio essere e la mia mente andarono fuori di testa. Gesù, non potevo entrare nell'Olimpo di nuovo.

Quando la macchina si fermò, avevo ripreso il controllo e l'eccitamento della coscienza molecolare si era dissipato. Il numero di soluzioni e di ordinari poteri animali tentati mi avevano dato il controllo. Ho scoperto l'improvviso ritorno alla sicurezza con gli allucinogeni. Penso che nessun metodo tentato abbia funzionato - ma il numero di possibilità mi ha rassicurato sulla possibilità di controllare me stesso, financo nell'Olimpo.

Dissi agli altri cosa mi era successo e mi sono sentito come se potessi godere un po' di quella giornata, e in un momento ho percepito la gioia del sollievo. (Curiosamente, nessuno degli altri partecipanti si è avvicinato all'Universo Olimpico durante il viaggio. Attribuisco questo mio averne toccato il corpo alla predisposizione chimica del mio corpo, acquisita con altri esperimenti con peyote e psilocibina)

Continuando sul sentiero sulla polvere marrone dorata ho visto delle impronte di uccelli, scarpe da tennis, e piedi nudi. La natura spaventosa di tracce ed artefatti cominciò a sopraffarmi. Mentre camminavo, ho tentato di isolarmi dal panorama. Alla mia destra c'era un panorama onirico, con centinaia di miglia quadrate di città incantate e la realtà sognante della nebbia versata sopra di loro dalla baia. Non ero interessato e mi importava solo di mantenermi insieme senza tornare indietro ad incontrare Capitan Zero.

La breve, eterna camminata verso la cima ci affaticò molto e cademmo al suolo tra un gruppetto di alberi. Volevo ancora che l'esperienza finisse, per tornare ai significati degli amori e delle realtà quotidiaei. Mi ero regolato in modo da riuscire a percepirli attraverso l'alterazione. I miei compagni chiusero gli occhi e cominciarono ad avere dei film mentali. (Prima i miei occhi erano stati costretti a chiudersi molte volte dall'euforico piacere delle allucinazioni). Ora tenevo i miei occhi aperti, e non volevo alcun film mentale o visione. Quando chiudevo i miei occhi, per sperimentare, vedevo solo gloriosa e piacevole oscurità.

Parlammo in maniera sconnessa e assonnata e realizzai che potevo vedere tramite gli occhi dei miei compagni. Loro vedevano la cruda realtà esattamente come la vedevo io. Volevo parlare a Terry per scoprire chi lui fosse. Ma parlare era troppo difficile. I miei occhi cominciavano a chiudersi di nuovo, con stanchezza e piacere.

Quando accendevo le sigarette, non riuscito a sentirmi le labbra per bene, essendo molto intorpidite. I fiammiferi continuavano a spegnersi in un vento che non era forte abbastanza da spegnerli. Barcollavamo, camminando.

Siamo rimasti in un piccolo gruppo di alberi. Mi sono seduto per un po', poi mi sono alzato e seduto in un altro posto. Poi mi sono alzato di nuovo ecc.

Eccetto per le sensazioni visive che erano vicine a quella della mescalina o della psilocibina in quanto a visione e chiarezza, mi sembrava di essere lontano dalle mie sensazioni e di star vivendo in una sorta di senso di iperlucidità - un paradosso piacevole.

Mi sono sdraiato e ho chiuso i miei occhi e ho praticato l'innalzamento della divina Kundalini (il Potere Serpente) dal chakra di base attraverso tutto il corpo. Sono riuscito a far alzare il potere, per la prima volta, fargli passare le spalle e farlo arrivare sino alla mia testa. Ho realizzato, appena l'ho fatto, che non stavo alzando davvero il Potere Serpente ma stavo piuttosto pulendo i canali nervosi. Ad ogni modo, ho raggiunto un'immagine grigia e lucida di tutti i miei centri chakra. Fu una bella sensazione.

L'aria chiara cristallina ha dato un colore verde nitido e luminoso alle sempreverdi. Guardare gli alberi, o le foglie delle piante, era come una leggera alterazione da mescalina. Gli abeti divennero vivi, verdi, sculture moderne di una bestia rococò indiana - come se lo scultore Lipschitz avesse lavorato a tutti i contorni.

Il senso di malessere cominciò a finire e la sonnolenza con lui.

Sono andato verso un boschetto di querce, raggiungendo gli altri membri del gruppo. Ero colpito dall'assoluta e superba bellezza e chiarezza delle persone e degli alberi e dell'aria e della musica che usciva da una radiolina. Mi sono sentito vicino ad un bambino e ho ammirato la loro bellezza. In quel momento ho realizzato che ero semplicemente seduto, godendomi un pomeriggio di domenica nella sua totale piacevolezza. Normalmente mi sarei annoiato, senza altro da fare. Le due ore seguenti divennero un piacevole e bellissimo picnic. La discesa fu brusca ma non spiacevole. Ero pronto. Il tempo passò con celere rapidità per il resto del giorno. Le due ore volarono. Più tardi quella notte sono stato tenuto sveglio per mezzora da film mentali - piccoli coccodrilli che correvano attraversando strade polverose sotto riflettori nell'oscurità, magici alberi sempreverdi che svanivano dentro e fuori la realtà, e sequenze aneddotali di visioni mentali.

UN'OSCURA NOTA A PIÈ DI PAGINA
Una settimana dopo aver preso l'MMDA mi sono svegliato nel mezzo della notte e nello svegliarmi ho sentito che non ci sarebbe stata alcuna realtà ma solo nulla. Ero terrorizzato e sono scattato in piedi come una saetta sul letto aprendo i miei occhi istantaneamente.

Shelley dice:

Non alzare il velo dipinto che quelli che vivono
Chiamano vita; per quanto rappresentate vi siano
forme irreali, e finto vi sia tutto ciò che vorremmo
credere, in colori oziosamente diffusi - dietro, vi sono
in agguato Paura e Speranza, Destini gemelli; che sempre
tessono le loro ombre, sopra l'abisso, cieco e desolato.*


Lift not the painted veil wich those who live
Call life; though unreal shapes be pictured there,
And it but mimic all we would believe
With colors idly spread - behind, lurk Fear
And Hope, twin Destinies; who ever weave
Their shadows, o'er the chasm, slightless and drear*

Il risveglio avuto fu sicuramente una reazione all'MMDA. Ieri parlavo con un uomo che una volta prese troppo LSD. Ho tentato di evitare l'argomento allucinogeni ma era insistente. Descrivendo alcuni stati post-allucinatori di estrema ansia riguardo la natura della realtà, l'uomo ha iniziato a dimenarsi sulla sedia, contrarre i pugni, e aveva temporaneamente perso la facoltà di parlare. Ero stato in quella condizione. Parlandone con Sam, lui ha rapportato la cosa ad uno stato di ansia e cercato di farmi notare come non fosse solo collegato agli allucinogeni, anzi, è uno stato non così raro anche per persone che non avessero mai preso nulla.

Sam attribuisce questo stato ad una salita di materiale inconscio alla superficie.

La spiegazione sembra corretta e vera abbastanza - un nome come qualunque altro per ciò che succede. Ciò che non chiarisce sono le intuizioni avute che si rafforzavano e contraddicevano a vicenda. Sono a conoscenza di due sensazioni: che il 'materiale' non è di natura psicologicamente repressa in senso freuidiano-reichiano, e che si ha a che fare con un altro tipo di 'materiale'. L'altro tipo è quello della coscienza a livello molecolare. Intendo una parte di noi stessi più collegata ad una coscienza filosofica dei ricci di mare e delle spugne - che non sono spinti da altro che i loro desideri e la fame e la coscienza dei loro movimenti e necessità - che sono una parte reale e cosciente dell'universo fisico e la reale essenza del loro protoplasma nel 'Flusso della Vita'. Sarebbe interessante se ciò che chiamiamo con certezza 'Inconscio' si rivelasse in realtà composto da una o più parti immensamente separate, che sono comunemente inaccessibili.

Non sto dicendo questo per ribadire di essermi trovato faccia a faccia con la coscienza molecolare sotto MMDA. Ero troppo spaventato per essere definito in alcun modo, pensandoci tuttora due settimane dopo.

Ma sono intuitivamente sicuro che stiamo incontrando due aree sconosciute - sia le repressioni che la coscienza molecolare-filosofica-Universale. Ho la forte sensazione che la seconda di queste dovrebbe essere lasciata inesplorata sia dagli psichiatri che dagli investigatori occasionali.
Abbiamo a che fare con delle strutture che dovrebbero rimanere sconosciute, in quanto sono conosciute dall'essere. A meno che lo sperimentatore sia conscio del rischio e proceda lentamente in una cauta investigazione

____________________________________


Questo resoconto fu un tesoro per me, in quanto mi diede un'articolata e inconfondibile verifica "esterna" dell'effettivo potenziale psichedelico dell'MMDA.
Era (almeno, per quel tempo) una droga di potenza mai vista prima, e provava che non era solo la mescalina ad avere una certa complessità psicologica. Posseggo resoconti personali da forse un'altra mezza dozzina di soggetti che ne hanno esplorato gli effetti da 160 a 200 milligrammi, e lo psichiatra C. Naranjo ha dedicato quasi un quarto del suo libro, "The Healing Journey" alle sue esperienze cliniche con l'MMDA.
Ma la storia dell'MMDA si chiude con una toccante nota di tristezza. Seppi che lo psicofarmacologo famoso in tutto il mondo Gordon Alles (lo scopritore dell'azione dell'anfetamina e dell'MDA) aveva seguito i miei stessi ragionamenti, e aveva lavorato indipendentemente sulla noce moscata, sintetizzando l'MMDA. Gli aveva anche dato le stesse iniziale che gli diedi io, sperimentandone e scoprendone gli effetti su sé stesso. Fu con gioiosa trepidazione che fissammo un appuntamento per incontrarci e parlare di tanti interessi che, ero sicuro, avevamo in comune.
Un mese prima del nostro appuntamento, seppi della sua inaspettata e tragica morte, apparentemente per complicazioni diabetiche.Essendovi tra i suoi risultati non solo un entustiastico interesse sulla sperimentazione su sé stesso, ma anche un'ampia reputazione di esperto di insulina, ho riflettuto (senza concluder nulla) su cosa potesse star testando in quel periodo. Contattai il suo studente graduato, ma non ne aveva idea, e cominciai a temere che non l'avrei mai saputo nemmeno io. Attraverso il medico privato di famiglia, feci alla vedova l'offerta di organizzare e pubblicare i suoi appunti di ricerca in un volume commemorativo a suo nome, ma i miei sforzi vennero respinti. Temo che tutte le idee e le osservazioni che fece non verranno mai scoperte. Considero la sua morte come una dolorosa perdita personale, nonostante non lo abbia mai incontrato.





*Da una poesia di Percy Bysshe Shelley, Lift not that painted veil

Non sollevare quel velo dipinto, che quelli che vivono
chiamano vita: per quanto forme irreali vi siano
rappresentate, e tutto quello che vorremmo credere
vi sia limitato a colori capricciosamente,
dietro stanno in agguato Paura e Speranza,
destini gemelli, che tessono l'ombre in eterno
sopra l'abitto cieco e desolato [N.d.T.]



Nessun commento:

Posta un commento