martedì 16 novembre 2010

Capitolo 5: Blackwood Arsenal

Fu verso il 1960 che conobbi un brillante neurologo, Harry Bush, che era completamente ammaliato dai licheni, e aveva investito un mucchio energie nella loro identificazione e caratterizzazione. Da lui imparai molto sulla simbiosi tra alghe e funghi, e imparai che alcune delle sostanze contenuti nei licheni potevano essere facilmente portate a reagire con certi oli essenziali di origine naturale, per creare un tetraidrocannabilo sintetico, o THC (il principio attivo della marijuana). Fu una bella soddisfazione per me, oltre che una cosa piuttosto divertente, sapere che andando in giro per un parco e mischiando un estratto di una scheggia staccata da un grande sasso con qualche buccia d'arancia dalla spazzatura più vicina, in presenza di ossicloruro di fosforo (quello ce lo si deve portare da casa), e infine mettendo il prodotto pulito su una cartina e fumandolo in una sorta di sigaretta, si sarebbe potuto produrre un fumo potenzialmente psicoattivo.
Tutto questo mi portò ad un sacco di ricerche letterarie e un po' di perdita di tempo con la chimica (lavoravo ancora alla Dole), ed è stato così che mi si aprì il meraviglioso mondo dei prodotti vegetali. Ero già a conoscenza di potenti composti alcalini conosciuti come alcaloidi. Questi prodotti contenenti azoto sono di solito i responsabili dell'azione biologica della pianta. Droghe come la nicotina, la stricnina e la chinina sono famose, e anche l'area psichedelica è ben rappresentata da indoli come la DMT, la 5-metossido-DMT, la psilocina, la psilocibina e la nostra feniletilammina archetipale, la mescalina. Ma cominciai ad apprezzare le altre famiglie, composti solitamente neutrali ed inattivi, ma con un buon odore e che erano potenzialmente un buon materiale da cui partire per sintesi chimiche. C'erano terpeni, che sono l'odore aspro delle conifere e della canfora. E c'erano i magnifici oli essenziali, che sono l'odore degli armadietti delle spezie; l'olio di noce moscata, di chiodi di garofano, prezzemolo, aneto e apiolo. E così via. Questa collezione di sostanze, così poco studiata, si è dimostrata una fonte infinita di idee nell'area psichedelica.
Poi, tre cose accaddero in rapida sequenza. Prima di tutto (e interesserà alla maggior parte delle persone che si dilettano con la chimica), migliorai la strategia lichene/buccia d'arancia trovando che il prodotto di condensazione dal 5-pentil-resorcinolo (che può effettivamente essere isolato da certi licheni che ho raccolto poco a nord di Ottawa) e del 5-metil-cicloesanone (un terpene derivato dalla menta poleggio, una pianta come la menta che si può trovare a profusione vicino Alamogordo nel Nuovo Messico), produce una quantità piuttosto grande di materiale simile al THC. Le basi di questa chimica sono state gettate da Roger Adams, nell'University of Illinois, prima della seconda guerra mondiale.
Lui, e A.R. Todd all'University of Manchster, in Inghilterra, ebbero una forte rivalità nella letteratura chimica per vedere chi riuscisse ad avvicinarsi di più alla duplicazione chimica e all'effetto sugli animali dei princìpi attivi della marijuana. Il culmine del lavoro di Adam fu la preparazione di una mistura di prodotti sintetici che provò, sul modello del suo cane, di essere molte volte più potente della droga naturale. Questo fu chiamato il "composto a nove carboni di Adam" avendo, e la cosa non sorprende, un'unità a nove carboni nella metà terpenica della molecola. Questo punto è qui menzionato solo perché riapparirà più tardi nel racconto. Un fatto interessante è che la struttura precisa del THC era ancora sconosciuta a quel tempo (ed erano passati circa venti anni dalla conclusione del lavoro di Adam).
Secondo, mi accadde di notare come Madre Natura, che ama profondamente gli alcaloidi, avesse un po' cannato nel permettere alla pianta di Cannabis di produrre un composto psicoattivo privo di azoto (il componente necessario ad un alcaloide). Quale sarebbe l'aspetto farmacologico del THC se fosse una feniletilammina? Mi dissi, "Facciamolo!". Quindi mi rinchiusi in biblioteca per iniziare a svelare qualche possibile via per la sintesi.
E, terzo, un gruppo di ricercatori (uomini dalla faccia cauta, vestiti con abiti adatti e cravatta) dal Blackwood Arsenal, il reparto chimico e biologico per le armi chimiche dell'esercito statunitense, visitò la Dole per conoscere alcuni scienziati della compagnia in una sessione di brain-storming. I visitatori avevano avuto dei problemi di sintesi di cui si poteva parlare solo in termini generali, riguardando composti che non potevano essere esplicitamente descritti, essendo segreti di stato, e alcuni di noi presenti non avevano alcun tipo di Nulla Osta Sicurezza [Permesso al trattamento di informazioni riservate, N.d.T.].
Ad ogni modo, il riassunto dei loro problemi fu chiaramente organizzato su una diapositiva che mostrava uno schema di reazione in basso a sinistra dello schermo, che portava al penultimo composto A, e un altro schema in basso a destra che portava al penultimo composto B. Il prodotto (derivato da una reazione di A con B) non era nello schermo, essendo considerato segreto. Le loro domande si concentravano sulle due sequenze mostrate. Qualcuno di noi sarebbe riuscito ad uscirsene con una qualche sgargiante idea per facilitare o meglio sintetizzare A o B?
Idee ne furono lanciate per un po', fino a quando non entrai in uno stato d'animo piuttosto maniacale, e presi del gesso. Dissi, essenzialmente, che nonostante nessuno dei nostri visitatori ci volesse dire perché volessero un modo efficiente di fare A e B, mi sembrava una coincidenza interessante che un semplice accoppiamento di A e B (usando ossicloruro di fosforo, procedura che funzionò così bene su licheni e agrumi) avrebbe sicuramente prodotto il "composto a nove carboni di Adam", che era (nel caso non lo sapessero) circa 512 volte più potente nel test sull'atassia motoria del suo cane rispetto all'analogo del THC che era utilizzato in quel periodo come standard di referenza.
Silenzio.
Continuai - avendo scritto alla lavagna la struttura di questo composto classificato con chiarezza - dicendo che se qualcuno avesse voluto condurre la sintesi proposta nella diapositiva in un modo diverso dall'esplicita procedura descritta da Adam, sarebbe finito con l'avere un miscuglio contenente un totale di otto isomeri. E se una qualunque deviazione fosse stata fatta dalla sintesi originale, la quantità di questi isomeri sarebbe cambiata radicalmente, con il risultato di un'attività biologica che sarebbe potuta essere radicalmente differente da quella osservata da Adam (quella 512 volte più potente).
Il silenzio si fece pesante.
In modo ancora più maniacale, continuai dicendo, per essere completamente scientifico, che questi otto composti sarebbero dovuti essere esplicitamente sintetizzati individualmente, e sarebbero dovuti essere testati separatamente come entità individuali. E, buttandola lì, menzionai che se davvero avessero voluto rimediare alla negligenza della Natura, avrebbero dovuto considerare la possibilità di sintetizzare questo innominabile composto con un atomo di azoto, così da emulare un alcaloide. Così, aggiunsi infine, si otterrebbe una feniletilammina davvero super-potente!
Il silenzio continuò per qualche momento, e quando la conversazione ricominciò, riguardava altri argomenti, e i visitatori tornarono infine nel Maryland.
L'intero incidente fu dimenticato con il trauma che accompagnò l'inaspettata e prematura morte di mia madre, mentre lei e mio padre erano alla loro residenza estiva a Lake Tahoe, in Sierra Nevada. Fu un difficile periodo di transizione per Helen e me, ma chi ne soffrì di più fu Theo, che aveva sviluppato un'intima e vicina relazione con i suoi nonni. Per quanto riguarda mio padre, notai segni di un leggero deterioramento, che lo consumava costantemente sia nello spirito che nella motivazione.
Alla fine dissi Basta! Andiamo tutti in una piccola vacanza, per darci una possibilità di rimetterci in sesto. Dove saremmo dovuti andare? Non aveva importanza, dissi; me ne occuperò io. Così, mio padre mise un paio di calzini puliti e un cambio di biancheria in uno zainetto, e tutti e quattro ci dirigemmo verso San Francisco, con destinazione nota San Diego. In realtà, all'insaputa di mio padre, avevo sigillato la casa e mi ero organizzato per una lunga assenza, presi dei biglietti su di una nave della P&O [compagnia navale anglo-americana, N.d.T.], la Chusan, per un viaggio non solo a San Diego, ma che sarebbe continuato verso Panama, poi Trinidad, Barbados, le isole Canarie, l'Inghilterra, poi verso la Francia, dove ci saremmo fermati per un anno. La vera cura alla malinconia, come nella meravigliosa breve storia di H. H. Munro.
(Il piano andò bene. Mio padre dovette comprarsi un nuovo guardaroba; ristabilì contatti con gli amici slavofoni che non aveva visto per un quarto di secolo; si liberò completamente da ogni scocciatura, riscoprì la sua identità e la sua energia, per poi risposarsi più tardi, aprire un ristorante e vivere altri quindici anni. Ma quella, come si dice, è un altra storia).
Torniamo all'inizio del viaggio. Eravamo ad un giorno da Port-au-Prince, quando il primo uccello del nido di Blackwood Arsenal venne a casa ad appollaiarsi. Erano circa le cinque del mattino, ed Helen ed io eravamo nel pieno del sonno nella nostra scura cabina di lusso sul ponte D, quando bussarono alla porta. Mi alzai e urlai una parola molto brutta; avevo dimenticato di essere su di un letto a castello. E soprattutto, avevo dimenticato di essere sopra, quindi il mio primo passo fu una botta da un metro e venti. Aprii la porta per incontrare, faccia a faccia per la prima volta, il Signor Munoz della stanza radio.
"Ho una comunicazione radio dalla RCA International per lei", disse, passandomela. Trovai una torcia e la lessi. Erano sulle 500 parole da un tal Dr. Frederick Pearsman della A.R.L Company di Cambridge, Mass., che diceva - anzi, pretendeva - che lo chiamassi a suo carico quando fossi arrivato a Trinidad (l'arrivo era previsto per il giorno successivo). Non feci nemmeno in tempo a riprendere sonno, che bussarono nuovamente alla porta. Il Signor Munoz, di nuovo. Diceva che aveva appena ricevuto un'altra comunicazione radio per me, questa volta via ITT o qualcosa del genere, ma non di non preoccuparmi di leggerla in quanto era, parola per parola, identica alla prima. "Va bene, va bene", borbottai, "Ho capito: dovrò fargli una telefonata da Trinidad".
Venne il mattino, e con esso anche Trinidad, insieme a caldo e umidità. Spesi quasi un'ora in una cabina telefonica, parlando a Fred Pearsman della A.R.L.
Il Dr. Pearsman disse qualcosa come "Abbiamo ricevuto l'offerta di farle un contratto, da un gruppo che non possiamo identificare, per sintetizzare una feniletilammina contenente azoto analoga alla THC. Arriverà a Londra a questa e questa ora questo giorno (era preciso al minuto) e la preghiamo di inviarci una procedura completa della sintesi appena arriverà, inviandocela per posta aerea speciale. Ci arriverà giusto in tempo per quel che ci serve".
"Ma", protestai, "sono a bordo di una linea di lusso, e qui il libro a cui fare riferimento più recente è un edizione di Roget's Thesaurus del 1894!"
"Allora la scriva a memoria", disse, e questo fu quanto. Non posso descrivere cosa possano fare alle difese razionali di una persona quaranta minuti in una cabina telefonica con il 90% di umidità e 35 gradi di temperatura. Quindi, per il resto del viaggio attraverso l'Oceano Atlantico tentai di ricordare, con quel poco di memoria fotografica che ho, i testi appropriati di Beilstein e Chemicals Abstracts, e messo giù un diagramma di flusso chimico e una proposta per un analogo feniletilamminico della THC. Fu inviato da Londra ed arrivò alla A.R.L. Company apparentemente in tempo per la proposta di contratto che aveva ottenuto. Dovette essere in qualche modo un successo nel dimostrare un'attività sul SNC, dal momento che il Dr. Pearsman ha lasciato l'A.R.L. per divenire il fondatore di un gruppo di consulenza a Boston che vendeva analoghi del THC contenenti azoto alle industrie, e pare avesse successo.
Il brevetto fu a mio nome, e fu poi venduto alla Simpson Winter Corporation, dalla quale ricevetti un simbolico dollaro; le cose vanno così quando si lavora nell'industria. Non ho mai capito quale fosse la connessione tra la Blackwood Arsenal, l'A.R.L. e Simpson Winter. Non ho nemmeno mai conosciuto l'uomo che ho privatamente soprannominato "Frenetico Freddy", nonostante abbia cercato qualcuno che lo conoscesse tra i partecipanti a molti convegni scientifici, per anni. La sua compagnia ha continuato a crescere, e oggi segue un gran numero di progetti di ricerca nell'area farmaceutica.
Il loro lavoro occasionalmente tocca la molecola del THC con qualche ingegnosa variante, ma una volta aggiunto l'atomo di azoto, si può fare poco altro. Ho poi prodotto qualche altro materiale con le combinazioni di THC-azoto dal mio laboratorio privato, tempo dopo, cosa che mi ha fatto guadagnare un viaggio in Svezia. Ma non ho trovato nulla di interesse psichedelico. Forse la natura non è stata così negligente a lasciarlo fuori. Sospetto che sapesse che non ne valeva la pena, e abbia preferito conservare le energie.
Il resto del viaggio in Europa (il tempo non speso a scrivere una bozza della richiesta governativa) fu speso in sviluppare l'arte di giocare a ping pong su una nave barcollante, e ad imparare gli oscuri riti di iniziazione di tribù africane dal nostro addetto radio, il Signor Munoz, che divenne un interessante e costante compagno di cocktail prima di cena.
Ho perso ogni contatto con il Signor Munoz; non so nemmeno se sia vivo, ora. Le P&O Lines di sicuro non sono sopravvissute.

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